Leishmaniosi canina? Parola d'ordine : PREVENZIONE!
Uno dei più temibili nemici per il migliore amico dell’uomo è sicuramente la Leishmaniosi.
Si tratta di una malattia infettiva molto nota ed in crescita, nel nostro Paese, causata da un microorganismo, il protozoo Leishmania infantum che viene trasmesso al cane tramite la puntura del flebotomo (Phlebotomus perniciosus), insetto conosciuto ai più con il nome di “pappatacio”.
A contatto avvenuto, il cane potrà presentare differenti stadi clinici:
- Esposto : il suo sistema immunitario eliminerà il microrganismo;
- Infetto : il suo sistema immunitario non riuscirà a eliminare il flebotomo, ma risulterà asintomatico;
- Malato : il suo sistema immunitario non riuscirà a eliminare il microrganismo e presenterà uno o più sintomi: apatia, affaticamento, lesioni cutanee o oculari, perdita di peso, zoppie, maggiore assunzione di acqua e conseguente maggiore frequenza della minzione, sanguinamenti dal naso, ecc.
I cani esposti non dovranno essere sottoposti ad alcun trattamento, l’animale infetto o sintomatico dovrà essere curato farmacologicamente e con la maggior tempestività possibile.
La terapia “classica” è antimoniato di N-metilglucammina e allopurinolo.
In alternativa si può somministrare miltefosina e allopurinolo.
Un recente studio, che personalmente ritengo più che attendibile, ha mostrato come la somministrazione di nucleotidi (le molecole organiche costituenti i monomeri degli acidi nucleici DNA e RNA) in sostituzione dell’allopurinolo, sia altrettanto efficace, avendo in più il vantaggio di non produrre uroliti (meglio conosciuti come calcoli urinari) di xantina, effetto collaterale che invece presenta l’allopurinolo.
Da inizio terapia, gli effetti si vedranno entro 30-60 giorni.
In molti casi, in base alla tipologia e alla gravità dei sintomi, potrà essere necessario l’uso di ulteriori farmaci in aggiunta a quelli su indicati; essendo un parassita che crea lesioni in più organi andranno trattati anche gli effetti che la sua presenza avrà causato nei vari distretti: ad esempio un cane con grave zoppia necessiterà di antinfiammatori, trattamenti a uso topico potrebbero essere necessari per alcune lesioni oculari e dermatologiche, integratori a supporto della funzionalità renale dovranno essere prescritti a pazienti con danni a questo livello, ancora, potrebbero essere utili farmaci per i disturbi della coagulazione, ecc.
La trasmissione della Leishmania infantum non si verifica per contatto diretto tra cani o tra cane e uomo. Il microorganismo, infatti, viene trasmesso all’essere umano e al cane dai flebotomi, che durante il pasto di sangue nel cane infetto ingeriscono la forma non infettante del parassita, poi all’interno del flebotomo questo si trasforma nella forma “infettante”, che viene inoculata nel successivo ospite al prossimo pasto di sangue.
Questa “trasformazione” può avvenire in un tempo compreso tra i 4 e i 20 giorni, pertanto da qui si evince come non vi può essere una trasmissione “rapida” tra un cane infetto, morso da un pappatacio che subito dopo morde un cane sano.
Per quanto riguarda l’uomo, la malattia colpisce quasi esclusivamente persone con un sistema immunitario non efficiente, anche se va detto che, probabilmente, in Italia la patologia è sotto-diagnosticata.
Nel gatto la Leishmaniosi è molto rara e nella maggior parte dei casi asintomatica; in questa specie i sintomi riguardano, soprattutto occhi e cute.
La buona notizia? La leishmaniosi ha una prognosi favorevole nel 75% dei casi adeguatamente trattati, contro il 25% in cui i danni agli organi portano al decesso.
La prognosi dipende anche molto da quando viene effettuata la diagnosi (cane infetto asintomatico o malato).
Ciò che perciò risulta importantissimo è una diagnosi precoce ma ancora di più è fare prevenzione attraverso:
- test di screening (tra gennaio e febbraio)
- l’utilizzo di collari, soluzioni spot-on o spray, repellenti per i flebotomi, durante il periodo di maggiore attività del vettore (compreso tra la primavera e l’autunno).
- vaccino (protezione circa del 70%) da effettuare verso marzo.
Per quanto riguarda il vaccino io consiglio l’ultimo uscito in commercio, ormai da qualche anno, che richiede un’unica somministrazione e poi un richiamo annuale, senza richiami ravvicinati e che ad oggi non ho riscontrato, nei miei pazienti, causare alcun tipo di effetto avverso.
Leishmaniosi? Parola d’ordine: PREVENZIONE!
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