Caratteristiche di una dieta ideale per il cane e il gatto

Innanzitutto una dieta deve essere in grado di soddisfare il fabbisogno energetico.

L'organismo per sopravvivere e svolgere le sue funzioni ha bisogno di energia, come un’automobile ha bisogno della benzina per mettersi in funzione; pertanto prima di tutto bisogna pensare al fabbisogno energetico altrimenti la macchina complessa organismo non parte.

Gli elementi dai quali noi ed i nostri animali ricaviamo energia sono le proteine, i carboidrati e i grassi (questi ultimi sviluppano più del doppio delle Kcal di carboidrati e proteine) che hanno caratteristiche fisico-chimiche diverse e diverse funzioni. Il compito del nutrizionista è di fare un'attenta valutazione dei fabbisogni energetici (che variano in base alla razza, all'età, al sesso, alla condizione sessuale, all'attività fisica, alla presenza o meno di patologie) e quindi creare un piano nutrizionale avendo a disposizione i tre elementi sopracitati (proteine, carboidrati, grassi) e distribuendoli in percentuali che variano in base a tanti fattori.

Ciò spiega il perché alla base di una dieta idonea debba esserci un’analisi da parte di un veterinario nutrizionista e che un piano nutrizionale elaborato per un paziente non sia  necessariamente idoneo per un altro.

Ovviamente è fondamentale che una dieta sia appetibile perché è essenziale che venga ingerita dal paziente. Ciascuno ha i propri gusti ma usualmente i nostri animali preferiscono una dieta casalinga e gli ingredienti più graditi sono di solito quelli di origine animale come carne, pesce , interiora, uova, formaggi e grassi animali in genere. I gatti rappresentano un mondo a parte in quanto di  palato molto esigente e particolare;  infatti ci sono molti gatti che prediligono un’alimentazione commerciale.

Importantissima è la digeribilità di un alimento in quanto ad una maggiore digeribilità corrisponde un migliore utilizzo degli ingredienti in esso contenuti.

Mi spiego meglio: la parte digeribile di una dieta è quella che viene assorbita e quindi utilizzata dall'animale, mentre la parte indigeribile viene eliminata con le feci.

Gli alimenti hanno una differente digeribilità che è influenzata dalla cottura.

Ad esempio la cottura aumenta la capacità di digestione degli amidi (pasta, pane, patate, cereali, riso, polenta, ecc...), che però non vanno stracotti in quanto tornerebbero nuovamente difficili da digerire.

Mentre la carne è maggiormente digeribile se cruda o poco cotta.

(Attenzione ai rischi legati all’ingestione di carni crude: Vedi articolo “B.A.R.F.”)

Ciò non vale per le ossa e i tessuti connettivi animali che indipendentemente dalla cottura sono meno digeribili.

Per quanto riguarda i vegetali rappresentano essenzialmente una fonte di fibra sostanza che come per l'uomo è essenzialmente indigeribile, ma la cottura rende la fibra più “morbida” e quindi più digeribile.

.A proposito di fibra, essa è di due tipi.

SOLUBILE (maggiormente rappresentata nei legumi quali ad esempio fagioli, piselli o lenticchie) che fornisce il nutrimento alla flora batterica intestinale stimolandone la crescita (effetto cosiddetto prebiotico),  quindi aiuta a mantenere in vita e in salute il cosiddetto Microbioma (ovvero il complesso del DNA dei microrganismi che vivono nel nostro intestino) la cui cura e il cui equilibrio contribuiscono allo sviluppo di un sistema immunitario competente e sano. (Per approfondimenti sull’argomento vedi articolo : “Microbioma”)

INSOLUBILE (maggiormente rappresentata nella crusca di frumento) che ha le seguenti proprietà:

-riduce l'assorbimento di grassi e di alcune sostanze tossiche

-rallenta i tempi di svuotamento gastrico e quindi induce il senso di sazietà

-aumenta la massa fecale

-accelera il transito intestinale

In generale la maggior parte delle verdure che somministriamo di norma ai nostri amici animali (carote, zucchine, zucca, fagiolini, piselli, spinaci, cicoria e bieta) contengono entrambi i tipi di fibra, in percentuali differenti.  

Per tutte queste sue funzioni è fondamentale la presenza di fibra nella dieta.

Non si possono dare solo proteine e carboidrati!

Un eccesso però può dare problemi di diarrea o al contrario di stipsi, eccessive fermentazioni, diminuzione della digeribilità e dell'assorbimento dei nutrienti, perciò non eccedere!

Possono essere utilizzati anche altri legumi oltre ai piselli ma ne sconsiglio l’uso dato che sono spesso causa di eccessive fermentazioni e quindi meteorismo, flatulenza e tensione addominale.

Infine una dieta completa e bilanciata deve soddisfare il fabbisogno vitaminico-minerale.

I minerali si suddividono in macroelementi (calcio, fosforo, magnesio, sodio, potassio, cloro e zolfo) e microelementi (tra i più importanti vi sono ferro, zinco, rame, manganese selenio, iodio, cobalto). Essendo questi minerali essenziali  significa che l'organismo non è in grado di sintetizzarli e quindi vanno integrati con la dieta.

Importantissimo è l’equilibrio Ca:P che rischia di essere sbilanciato nelle diete iperproteiche non correttamente integrate.

Le vitamine sono di due tipi liposolubili (A D E K ) e idrosolubili (Vitamine del gruppo B). La vitamina C il cane è perfettamente in grado di sintetizzarla quindi non è necessaria una sua integrazione perciò evitiamo di pensare di dover dare la vit C perché il cane ha il raffreddore! La sua aggiunta nelle diete commerciali dipende dalla sua attività antiossidante (Vedi articolo "Come muoversi nel mondo del pet food"). Negli alimenti commerciali vitamine e minerali sono già presenti; nella dieta casalinga è fondamentale l'integratore in quanto i cani e i gatti non hanno le capacità digestive come le nostre che siamo in grado di prendere quasi tutto ciò che una verdura ci offre; pertanto in tal caso è necessario l'integratore.  Oltre alle carenze bisogna però fare attenzione agli eccessi (che possono provocare intossicazioni come ad esempio intossicazione da selenio, iodio e cobalto o le intossicazioni da eccesso di vitamine liposolubili. Le idrosolubili difficilmente danno fenomeni tossici perché più facilmente eliminate dall'emuntorio renale mentre le liposolubili tendono ad accumularsi nell'organismo).

Sarebbe meglio che l'integratore venga dato sotto giudizio del veterinario nutrizionista perché qualche elemento ce lo portiamo già dagli ingredienti che diamo con la dieta. Bisogna fare molta attenzione perché per mesi l'animale compensa e quindi può anche non manifestare alcun sintomo ma poi dopo subentrano delle problematiche che spesso non vengono neanche diagnosticate o riconosciute da noi veterinari a causa del fatto  che negli ultimi anni gli animali si alimentano quasi esclusivamente con dieta commerciale già bilanciata; quindi non si è abituati a riconoscere le problematiche derivanti da squilibri dietetici. Per questa ragione la somministrazione di integratori e la formulazione di una dieta deve essere eseguita da un veterinario nutrizionista.

Dott.ssa Guendalina Caratozzolo DVM

Bibliografia:

“Association of American Feed Control Officials” (AAFCO). 2000. Official Publication, Atlanta, USA

“Small Animal Clinical Nutrition” 5th Edition. Hand, Thatcher, Remillard, Roudebush, Novotny. MARK MORRIS INSTITUTE

“Nutritional Guidelines. For Complete and Complementary Pet Food for Cats and Dogs” FEDIAF Publication July 2016